

Questa iniziativa si collega “l’Ora del Codice (The Hour of Code)“, iniziativa nata negli USA, che si ripete ormai annualmente nel nostro Paese a partire dal 2014, cioè da quando è stata proposta a tutte le scuole nell’ambito del progetto “Programma il Futuro” come percorso base che consiste sostanzialmente nel far svolgere agli studenti un’ora di avviamento al pensiero computazionale.
A livello mondiale, la settimana dal 9 al 15 dicembre 2019 è dedicata all'”ORA DEL CODICE”.
Con la locuzione “pensiero computazionale” si indica il profilo scientifico-culturale dell’informatica, che concerne lo sviluppo di competenze logiche e la capacità di soluzione di problemi in modo efficiente e creativo.
Nel nostro Paese sono state le Indicazioni Nazionali del 2012 ad introdurre l’indicazione di svolgere, nell’ambito della Tecnologia, attività legate al pensiero computazionale mentre successivamente, con la legge 107/2015, il pensiero computazionale è stato collocato tra gli strumenti culturali capaci di realizzare la piena cittadinanza.
L’espressione fu usata per la prima volta da Seymour Papert, a cui si deve anche la nascita del processo di coding, ma solo nel 2006 Jeannette Wing, direttrice del Dipartimento di informatica della Canergie Mellon University, formulò una definizione largamente condivisa di pensiero computazionale come “processo di formulazione di problemi e di soluzioni in una forma che sia eseguibile da un agente che processi informazioni: esso non consiste semplicemente nel saper programmare, ma nel pensare a diversi livelli di astrazione; è un’abilità fondamentale per tutti, che dovrebbe diventare la quarta abilità di base, oltre al saper leggere, scrivere e fare di conto”.





